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7 e 8 novembre 2018 – progetto “EDUCARSI ALLA LIBERTA’”, Roma

novembre 3, 2016 / Posted by in Iniziative degli aderenti

Il progetto “Educarsi alla libertà” è realizzato dalla Cooperativa Teatroincontro e patrocinato e sostenuto da

 

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Si viene presi da un turbamento fulmineo. Le convinzioni maturate sulla base di fatti durissimi, non di ideologie, si increpano… Che cosa pensare davanti a queste parole che fluiscono a metà tra la scimitarra e la poesia? Che cosa pensare della figlia di un boss tra i più celebri che centellina con voce gentile le note dell’inno nazionale? Sembra un miracolo. Si è costretti a farsi delle domande.

Nando Dalla Chiesa

 

 

 

Il progetto

Educarsi alla libertà

Dopo aver inaugurato, lo scorso anno, la IV Rassegna Nazionale Teatro in Carcere Destini incrociati con lo spettacolo L’infanzia dell’alta sicurezza, Mimmo Sorrentino e le detenute del reparto di alta sicurezza della Casa di Reclusione di Vigevano tornano al Teatro Palladium il 7 e l’8 novembre. Il gruppo è divenuto famoso negli ultimi due anni e attrae ormai i pubblici più sensibili nei grandi teatri cittadini e nelle aule delle università. Proseguendo nel suo impegno di analisi e incontro del teatro in carcere, l’Università Roma Tre e la Fondazione Teatro Palladium hanno deciso di dedicare un focus a questa nuova e importante realtà teatrale, culturale e insieme sociale, costruendo un progetto che prevede la rappresentazione di due spettacoli (Sangue e Benedetta), due lezioni con gli studenti condotte dal regista e alcune detenute e la presentazione del libro Teatro in alta sicurezza (Titivillus, settembre 2018). Si tratta del progetto “Educarsi alla libertà” che ha ricevuto l’Alto Patrocinio del Ministero di Giustizia, del Mibact e che vede RAI Cinema produttrice di un documentario che sta realizzando il regista Bruno Oliviero.

“Educarsi alla libertà” è divenuto un progetto di rilevanza nazionale non solo per la qualità dei prodotti artistici (alcune di queste detenute\attrici insegnano teatro in carcere agli studenti del III anno del corso attori della Scuola Paolo Grassi), ma anche e soprattutto per le ricadute sociali e giuridiche che ha generato.

Sociali perché grazie a questi lavori vi è una conoscenza diretta e nuova della condizione femminile nei contesti di criminalità organizzata e perché il progetto ha tracciato nuove strade per parlare del fenomeno, proponendo nuove strategie per superarlo. Tanto da fare affermare al Prof. Nando Dalla Chiesa che il valore di questa operazione «è incalcolabile perché queste donne, anche se non denunciano, non tradiscono, possono diventare un fatto esemplare per il paese».

Giuridiche perché a seguito degli evidenti e tangibili cambiamenti sociali, i magistrati di sorveglianza e le autorità giudiziarie hanno permesso a queste donne detenute in circuiti di alta sicurezza di uscire dal carcere per rappresentare i loro spettacoli con un permesso di necessità con scorta. Per la prima volta in Italia dei magistrati hanno stabilito che per questa particolare categoria di persone praticare arte e cultura è una necessità e che pertanto vanno rimossi gli ostacoli che impediscono di usufruirne.

Per questi motivi “Educarsi alla libertà” è stato ed è oggetto di studio in numerose aule universitarie (sociologia e di pedagogia, ma anche giurisprudenza). E lo è anche nelle facoltà di teatro e di spettacolo perché in questo caso il teatro, oltre a svolgere l’importante compito di rendere più cosciente la comunità sul reale della propria condizione, la trasforma.

Il regista e drammaturgo Mimmo Sorrentino e alcune delle detenute impegnate negli spettacoli racconteranno tutto ciò in due lezioni-laboratorio che si terranno al DAMS dell’Università Roma Tre mercoledì 7 e giovedì 8 novembre.

L’iniziativa si svolge nell’ambito del Progetto nazionale di Teatro in Carcere, Destini Incrociati, a cura del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere.

 

Io ho visto questo nello spettacolo. Ho visto quando voi eravate bambine rispetto al padre, figlie rispetto alle madri, poi madri rispetto alle figlie ed eravate una preghiera… Io questo ho sentito nelle vostre storie. L’altro risponde e allora l’albero di Natale è grande, e Babbo Natale esiste, l’altro non risponde e tutto è morto, finito.

Massimo Recalcati

 

Gli spettacoli

 

“SANGUE”

Scritto e diretto da Mimmo Sorrentino

Con sei detenute del reparto di alta sicurezza

del carcere di Vigevano

e sei agenti della Polizia Penitenziaria dello stesso carcere

Musiche di Andrea Taroppi

7 novembre, Teatro Palladium, h. 21

 

Lo spettacolo, interpretato da sei detenute del reparto di alta sicurezza del carcere di Vigevano (le stesse de “L’infanzia dell’alta sicurezza) e Agenti della Polizia Penitenziaria dello stesso carcere, racconta dei delitti di sangue a cui queste donne hanno assistito e di come quel vissuto abnorme si sia incestato nei loro corpi. Ma è proprio nell’attraversamento dei loro strazianti destini che queste donne trovano il coraggio per intonare una struggente e meravigliosa preghiera al “perdono” che riguarda tutti, non solo loro. Ed è attraverso questa clamorosa preghiera, che scandisce le storie narrate, che si manifesta il magico potere di ogni vera opera d’arte: offrire uno sguardo nuovo sul “reale” e in questa maniera trasformarlo e di conseguenza trasformarci.

Il lavoro nasce dall’ascolto delle storie delle detenute, nessuna delle quali recita la propria.

Sangue sarà rappresentato ogni mese nel carcere di Vigevano e nel mese di maggio del 2019 al teatro Elfo-Puccini nell’ambito di una personale che il teatro milanese dedica a queste straordinarie attrici.

 

Tra quelle celle affiora anche il ricordo di amori proibiti, come le passioni impossibili che ispiravano Euripide. Altro di femmina in me non c’è. Non i capelli che sono da maschi. Non i pantaloncini che sono da maschi. Non questa canotta larga per nascondere ciò che comunque una femmina per buona creanza dovrebbe nascondere. Non queste scarpe che mi sono servite per giocare a pallone.

Oliviero Ponte di Pino


“BENEDETTA”

Scritto e diretto da Mimmo Sorrentino

Con Federica Ciminiello e Margherita Cau.

Musiche di Andrea Taroppi

8 novembre, Teatro Palladium, h. 21

 

Benedetta, nonostante i crimini subiti, sofferti e provocati, si aspetta, citando Simone Weil, che comunque le venga fatto del bene e non del male e per questo è sacra. E poiché l’attendersi comunque del bene e non del male è una condizione propria del genere umano, Benedetta ci ricorda che siamo sacri. Per questo le vogliamo un gran bene.  Benedetta si sdoppia per non essere travolta dal reale, dall’incubo della sua condizione. Nello sdoppiarsi sbraita, si insulta, si detesta, si teme. Nello sdoppiarsi ci sdoppia facendoci vivere la tensione della separazione e la naturale propensione alla ricomposizione. Nel voler ricomporre Benedetta, altro non vogliamo che ricomporre noi stessi. Benedetta ci impone la ricomposizione ed è per questo che ci affascina.

Benedetta svela la condizione femminile nei contesti di criminalità organizzata. Per questo è una rivoluzionaria. Come è rivoluzionario che a recitare il suo personaggio siano Federica e Margherita, due donne che hanno iniziato in carcere il loro percorso teatrale e che ora lo continuano professionalmente da libere.

Benedetta sarà rappresentato il 15 novembre all’Università Einaudi di Torino, il 24 novembre al teatro Volta di Pavia, il 29 novembre al festival di Verona, il 25 marzo al teatro Cagnoni di Vigevano e il 16 e 17 maggio al teatro Elfo-Puccini di Milano.

 

Questo oggi è nuovo, questo dolore della libertà persa che provano le “ragazze”. Un dolore che non viene solo dalla privazione, ma viene anche e soprattutto dalla conquista della libertà. Dalla coscienza di sentirsi liberate grazie al teatro e di rimanere comunque in carcere. Per questo oggi è tutto così potente.

Bruno Oliviero

 

   

Gli incontri al Dams

Il DAMS dell’Università Roma Tre è diventato, in questi ultimi anni, uno dei “luoghi” d’elezione dei teatri in carcere e, anche, uno dei suoi luoghi di osservazione, grazie al progetto sui teatri in carcere, ideato nel 2014 e coordinato dalla prof.ssa Valentina Venturini. Nel tempo il progetto, volto da un lato a indagare la multiforme realtà del teatro carcerario, dall’altro ad inserire il teatro fatto dai detenuti nei percorsi di studio del corso di laurea in Discipline dello spettacolo, è riuscito a costruire un ponte tra il carcere e la società libera, una strada da percorrere e far percorrere in entrambe le direzioni, mettendo al centro il suo specifico, il teatro. L’obiettivo è quello di contribuire a rendere visibili le numerosissime e importanti realtà teatrali presenti nei nostri istituti di pena, molte delle quali di elevata qualità artistica e capaci di occupare un posto importante nel più ampio panorama del teatro tout court. L’arte può davvero rendere liberi, e manifestazioni come quelle che sono al centro di questo progetto, possono rendere visibili anche realtà “chiuse” come quella formata dai detenuti e dalle detenute di alta sicurezza ai quali, di norma, non è concesso portare la loro arte “fuori”. Si tratta, nel caso di “Educarsi alla libertà”, di una straordinaria eccezione.

Oltre agli spettacoli, parte integrante di questo progetto sono le lezioni-laboratorio che vedranno la partecipazione di alcune delle detenute impegnate negli spettacoli e del loro regista e drammaturgo Mimmo Sorrentino, e che saranno condotte dalla prof.ssa Valentina Venturini, docente di Storia del teatro.

 

 

 

1) Intorno al teatro in carcere.

Il mondo sottosopra

Incontro con le attrici detenute del carcere di Vigevano

Interventi: Valentina Venturini, docente di Storia del teatro

Mimmo Sorrentino, regista e drammaturgo del gruppo teatrale di Vigevano

7 novembre, Dams dell’Università Roma Tre, aula 8, h. 15

 

 

2) Teatro in alta sicurezza

autore: Mimmo Sorrentino

edizioni Titivillus, settembre 2018

Presentazione del libro

Interventi:    Stefano De Matteis, docente di Antropologia culturale

                   Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone

                   Mimmo Sorrentino, regista e drammaturgo del gruppo teatrale di Vigevano

                   Valentina Venturini, docente di Storia del teatro

                   alcune attrici detenute del Carcere di Vigevano

8 novembre, Dams dell’Università Roma Tre, aula 7, h. 15

 

 

I luoghi di “Educarsi alla libertà”:

Teatro Palladium, Piazza Bartolomeo Romano 8, Roma

DAMS dell’Università Roma Tre, via Ostiense 139 Roma

 

Info: valentina.venturini@uniroma3.it e teatroincontrocoopsoc@gmail.com

Sito web: https://www.teatroincontrovigevano.com/

Facebook: www.facebook.com/teatroincontrovigevano/

Instagram: www.instagram.com/teatroincontrovigevano/